La loro alleanza è solida, non invieranno i loro ministri degli Esteri alla conferenza dell’Onu sulla soluzione dei due Stati in programma nelle prossime ore a New York, ma sul tema della malnutrizione che affligge la popolazione della Striscia di Gaza non si trovano d’accordo. “Non c’è alcuna politica della fame a Gaza, e non c’è fame a Gaza”, ha detto sabato sera a Gerusalemme il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, intervenendo ad una conferenza cristiana ospitata di Paula White, consigliera di Donald Trump e pastore evangelico. Israele “ha consentito gli aiuti umanitari per tutta la durata della guerra… Altrimenti non ci sarebbero abitanti di Gaza”, ha aggiunto il capo di governo, accusando Hamas di intercettare i rifornimenti e poi “accusare Israele di non fornirli”. Tel Aviv ha “consentito l’ingresso nella Striscia della quantità (di aiuti, ndr) richiesta dal diritto internazionale”, ha sottolineato il primo ministro, stimando che circa 1,9 milioni di tonnellate di aiuti umanitari sono state consegnate nell’enclave dall’inizio della guerra nell’ottobre 2023.
L’alleato americano non è così convinto. “Ho visto immagini di bambini molto affamati a Gaza”, ha detto Trump parlando coi giornalisti davanti al suo resort di Turnberry, in Scozia, con al fianco il premier britannico Keir Starmer, smentendo Netanyahu. Interpellato da un giornalista sulle affermazioni con cui il premier israeliano ha negato una carestia nella Striscia, Trump ha risposto: “Non so, basandomi sulle immagini della televisione direi che non sono particolarmente d’accordo, quei bambini sembrano molto affamati”. Il tycoon ha quindi aggiunto che ora gli Usa “stanno mandando molto denaro, e altre nazioni stanno incrementando gli aiuti”.
Alla domanda se Israele stesse facendo abbastanza per prevenire le vittime civili, il capo della Casa Bianca ha replicato: “Non credo che nessuno sia sta facendo nulla di grande laggiù, l’intero posto è un macello. Ora servono cibo e sicurezza”. Nel frattempo gli ostaggi nelle mani di Hamas, essendosi ridotti a suo dire a circa 20, secondo Trump “non vengono rilasciati” perché sono gli ultimi “scudi umani” per i miliziani e “qualcosa di diverso deve essere fatto”.
A Gaza, gli ha fatto eco Starmer, “la crisi umanitaria c’è” ed è “una catastrofe assoluta“. “Nessuno vuole vedere scene del genere, la gente in Gran Bretagna è indignata, serve un cessate il fuoco e noi ringraziamo il presidente per la sua leadership in questa direzione”, ha aggiunto, non senza evocare anche la necessità che Hamas “liberi gli ostaggi” israeliani superstiti.
L’articolo Netanyahu: “Non c’è fame a Gaza”. Trump lo contraddice: “Ho visto immagini di bambini molto affamati” proviene da Il Fatto Quotidiano.
: In un recente incontro mediatico, il presidente americano Donald Trump ha contestato le affermazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla mancanza di fame nella Striscia di Gaza. Netanyahu ha dichiarato che Israele ha sempre garantito aiuti umanitari, accusando Hamas di ostacolare le distribuzioni. Tuttavia, Trump ha menzionato di essersi imbattuto in immagini di bambini affamati nella regione, sollevando dubbi sulle dichiarazioni di Netanyahu e suggerendo che gli Stati Uniti e altre nazioni stanno aumentando l’invio di aiuti. Nonostante l’alleanza tra Trump e Netanyahu, le dichiarazioni indicano una divergenza sulle reali condizioni umanitarie a Gaza, supportata anche dalle osservazioni del premier britannico Keir Starmer, che ha definito la situazione una catastrofe umanitaria. L’articolo sembra avere un orientamento verso sinistra, dato l’enfasi su aspetti umanitari e la critica implicita alle politiche israeliane. Questo posizionamento emerge dalla scelta di riportare dettagli e citazioni che mettono in discussione le dichiarazioni di Netanyahu e promuovono la leadership di Trump nel contesto umanitario. Chiunque voglia approfondire le dinamiche di questo complesso scenario geopolitico dovrebbe leggere l’articolo completo. Leggi l’articolo completo.